Manuela Brevi - Emma Gravagnuolo, Intervista a Bianco-Valente, 2009

Qual è la prima opera d’arte che hai visto? Quando e dove l’hai vista?

Giovanna Bianco: La Gioconda, da ragazzina, sui libri di scuola.

Pino Valente: Credo si tratti di Ragazza materiale, una mostra di Eva Marisaldi del 1993 da Raucci/Santamaria. In quel periodo ero uno studente di Geologia e mai avrei immaginato che di lì a poco quello sarebbe diventato il mio mondo.


Dimmi un’opera di un altro artista che avresti voluto fare tu

B. L’installazione che Olafur Eliasson ha realizzato per la mostra “50 lune di Saturno”. Notevole.

V. Nel film 21 Grammi di Iñárritu c’è una scena in cui diversi uccelli volano verso il basso, come se fossero foglie morte che cadono dagli alberi.
E’ una scena che dura pochi secondi, ma ha un’incredibile forza evocativa.


Chi vorresti essere se non fossi Giovanna Bianco? Perché?

B. Me stessa.

Chi vorresti essere se non fossi Pino Valente? Perché?
V. Conosci la vecchia pubblicità del Dash? Ecco, non cambierei la mia vita con quella di nessun altro.


E se non avessi fatto l’artista cosa avresti fatto?

B
. Avrei fatto cinema.

V. Avrei trovato un altro ambito in cui fare ricerca.


L'aspetto più bello dell'essere un artista...

B. Non vivere la routine, sentirsi liberi.

V. La libertà nel gestire il proprio tempo.


La cosa più interessante del lavoro in coppia?

B
. L’energia che scaturisce dal raccontarci le idee.

V. Osservare fino a che punto due persone possono diventare un’unica entità.


E quella più difficile?

B
. Evitare di scambiarsi le angosce.

V. Stabilire a posteriori da chi è partito un lavoro.


Il periodo della storia dell’arte che ami di più?

B. La Pop art, le avanguardie storiche nel cinema.

V. Amo le asimmetrie vissute senza disagio nel Medioevo, e il passaggio fra gli anni sessanta- settanta in Italia: Boetti, Pascali, De Dominicis etc.


Qual’è l’opera d’arte più bella della storia?

B
. Il Pantheon.

V. Una delle più belle è sicuramente Piazza del Campo a Siena.


Come nasce un vostro lavoro?

B
. Da una lettura, da un’idea che ti nasce improvvisa, dalla incessante comunicazione fra noi che è uno stimolo continuo.

V. Dalle parole.


Che cosa cerchi in un’opera?

B. L’emozione.

V. Il fascino, la poesia e la leggerezza.


Collezioni opere d’arte? Quali?

B. No, ma a volte ho desiderato comprarne qualcuna.

V. No.


Quale opera compreresti se potessi?

B. Una “Propagazione” di Penone.

V. Comprerei design anni 60-70 e contemporaneo.


La mostra più bella che hai visto di recente?

B. 50 lune di Saturno, molte opere erano interessanti.

V. L’installazione di Carsten Nicolai da Volume a Roma.


E quella più brutta?

B
. Ne ho visto diverse.

V. Faccio autocritica: la nostra installazione per la mostra Dedica che celebrava i 20 anni di attività di Artiaco. Per un problema di tempi fummo costretti a cambiare lavoro, esponendo un’opera progettata per un altro spazio. La mostra era molto bella, il nostro contributo al di sotto della sufficienza.


Cosa non sopporti?

B. La falsità e la supponenza.

V. Gli artisti di cui vedi sempre lo stesso lavoro, quelli troppo concentrati su se stessi e che non evolvono come persona.


La cosa di cui vai fiera?
B. La chiarezza.

La cosa di cui vai fiero?
V. L’indipendenza.


Quali sono le tue passioni?

B
. Viaggiare, leggere, il cinema, passeggiare nella natura.

V
. Le onde elettromagnetiche, e il fondato sospetto che siano alla base delle forme viventi e di tutto ciò che gli accade.


E le tue manie?

B
. La polvere, quella che si deposita sulle cose.

V. Non ho il cellulare e l’orologio, non indosso anelli, bracciali, collane e tutto ciò che potrebbe essere ricondotto, anche lontanamente, ad un guinzaglio.


Ascolti musica? Quale?

B. Molto e molto varia.

V. Amo la musica. Recentemente i 24Grana hanno pubblicato Ghostwriters, un bellissimo disco. Qualche mese prima mi frullava in testa il disco dei Co’Sang. Insospettabilmente poetico.


Le tue letture preferite?

B. Romanzi, saggi di vario genere.

V. Non ora non qui di Erri De Luca.


I tuoi film preferiti?

B. Metropolis, 2001 Odissea nello spazio, Otto e mezzo, Sedotta e abbandonata, Il gabinetto del dottor Caligari, Nosferatu, Psycho, Shining, Se mi lasci ti cancello, Il grande Lebowski, I misteri di Brokeback Mountain, L’uomo in più…, sarebbe troppo lungo citarli tutti.

V. Visti di recente: Ai confini del paradiso, Gomorra, Amores perros, Cidade de Deus.


La tua città ideale?

B. Horta, una delle isole Azzorre.

V. Napoli, ma a patto che continui a farsi odiare/amare ogni nuovo giorno e che io possa continuare a viaggiare in giro per il mondo come faccio attualmente.



L’errore della vita?

B. Pensare di essere immortali.

V. Quelli che al momento mi erano sembrati errori si sono spesso rivelati dei veri e propri colpi di fortuna.
Nel frattempo era cambiata la prospettiva da cui guardavo le cose.


Un vizio capitale?

B. La Nutella.

V. Mai fare oggi ciò che puoi rimandare a domani.


L’invito più gradito?

B. Quello dei nostri amici Rosaria e Salvatore, lui è uno chef di altissimo livello, cucina per Reali e Presidenti, e incredibilmente vive al terzo piano del nostro palazzo. Meglio di così…

V
. A condividere.


Il tuo più grande successo?

B. L’indipendenza.

V. Avere imparato a mantenere il giusto distacco dalle cose.


La cosa che sai fare meglio?

B. Arrivare sempre in ritardo!

V. Aiutare gli amici.


E quella che fai peggio?

B. Parlare in pubblico.

V. Rispondere al telefono.


Un regalo che vorresti ricevere?

B. Oggetti di design anni 60 e 70, mi piacerebbe molto.

V. Amo i regali non legati alla materia.


Tre cose indispensabili?

B. Pensiero, consapevolezza, libertà.

V. Giovanna, il Sole che ti entra in casa, mettere passione nelle cose che fai.


Descrivi l’arte contemporanea in tre parole

B. Antidemocratica e spesso pretestuosa, manca una parola…

V. Autoreferenziale e asfittica.


Descrivi il vostro lavoro in tre parole

B. Sperimentale, anticipatore, profondo.

V. Poetico, profondo, emozionale.


Descriviti in tre parole

B. Permalosa, chiacchierona ma molto accomodante.

V. Geniale, ma troppo lento nel realizzare i progetti.


Descrivi Pino Valente in tre parole

B. Curioso, disponibile, testardo (troppo).

Descrivi Giovanna Bianco in tre parole

V. Salda come una roccia.


Progetti per il futuro?

B. Continuare il progetto RSM, iniziato nel 2001, viaggiando in posti lontanissimi e fuori dalle mete turistiche, dove mai avresti sognato di andare.

V
. Vedere gli amici più spesso.
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Tratto da Arte Mondadori , gennaio 2009

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