Bianco-Valente, Statement, 1997
Lavoriamo sui fenomeni legati alla percezione e sui processi cerebrali che ci permettono di mantenere il ricordo delle esperienze, di percepire immagini mentali e, tramite esse, di instaurare una riproduzione in continua evoluzione della realtà esterna.
Ci affascina la dualità fra il corpo e la mente: una struttura organica di carne, definita e limitata nello spazio e nel tempo, che porta in giro la mente, un fenomeno spontaneo senza confini apparenti, totalmente libero e autoreferenziale.
Cerchiamo i confini di questo spazio immateriale che abita le circonvoluzioni della corteccia cerebrale, per capire se e dove sia possibilie individuare un punto di contatto che lega indissolubilmente i due domini.
A complicare le cose (o a renderle più affascinanti) ci sono i ripetuti annunci di “macchine intelligenti” con cui presto ci troveremo ad interagire: la dualità corpo-mente non è più relegata esclusivamente alla carne, ma potrebbe presto estendersi ad entità coscienti artificiali fatte di plastica, metallo, silicio e stati elettrici.
Abbiamo quindi cominciato ad interessarci alle relazioni fra il naturale e l'artificiale, come, ad esempio, entità artificiali siano in grado di produrre fenomeni che noi percepiamo come naturali.
L'immaginario ricorrente dei nostri lavori sono i “mindscapes”, visioni distorte e dai colori alterati della natura, quasi a voler fissare sulla tela una sorta di immagine mentale.
La figura umana dai lineamenti incerti, sfocata e priva di definizione, a rappresentare la nostra parte immateriale e, come contrappunto (la dualità fra il corpo e la mente), immagini di cellule organiche riprese al microscopio.