Connecting Code Ercolano, 2023-2024
Un progetto di Bianco-Valente sui legami che i cittadini di Ercolano intessono con il proprio territorio.


Il progetto è a cura di Benedetta Carpi De Resmini.
È stato realizzato insieme a Variabile K (capofila) e CAP - Cities Art Projects (mentor).
Connecting Code è sostenuto da Creative Living Lab, Edizione V, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea Ministero della Cultura. Con il sostegno dell'Herculaneum Conservation Project | Istituto Packard per i Beni Culturali e il coinvolgimento del Parco Archeologico di Ercolano, della Fondazione Cives, Museo MAV, de La Locanda di Emmaus ODV, di Seme di Pace, con il patrocinio del Comune di Ercolano.



Inter–essere
testo di Benedetta Carpi De Resmini (estratto)

Il progetto Connecting Code nasce dalla volontà di affiancare realtà che da anni lavorano sul territorio di Ercolano a compiere un ulteriore passo per aprire lo spazio chiuso della città antica alla città di Ercolano e viceversa.











Quindi l’intento era di schiudere metaforicamente e realmente lo spazio isolato del sito archeologico e il quartiere di Via Mare che lo affianca, ai quartieri limitrofi del centro storico e della città moderna.






Lo spazio potente delle antiche rovine e la recente riqualificazione urbana del quartiere di Via Mare non erano sufficienti da soli a generare le trasformazioni sociali e culturali che si erano prefissati, rischiando di rimanere relegati ad una percezione e fruizione bidimensionale.









L’intuizione è stata di usare l’arte contemporanea come strumento per dare nuovi impulsi alla rete composta da Istituzioni e Enti del Terzo Settore (Parco Archeologico di Ercolano, Comune di Ercolano, Packard Humanities Institute, Museo Archeologico Virtuale insieme a Variabile K, Seme di Pace, Locanda di Emmaus) e grazie all’incontro con CAP - Cities Art Projects legare più punti apparentemente lontani e distinti. Proprio pensando a quel divenire, che è stato a lungo spiegato da Deleuze e Guattari, ho pensato a Bianco-Valente per arrivare a tessere punti apparentemente lontani.





Come per i filosofi francesi, per il duo artistico il divenire non è produrre, arte pubblica non è produzione anzi, è proprio il suo contrario: è alleanza. La chiave del progetto è proprio quel punto di connessione, quel “tra”, il trattino del loro nome, connaturato in loro e profondamente legato alla loro creazione, alla loro metodologia.  Il divenire per Bianco-Valente è il porsi nella condizione di essere in ascolto, è il farsi tutt’uno con l’altro e con il reale.
Così nasce Connecting code. Questo codice di connessione ha guidato il progetto, ogni incontro è nato quasi per contagio di traiettorie divergenti e fino ad allora autonome.


L’incontro con le associazioni della venerata Madonna dell’Arco a Pugliano e soprattutto con un’iconografia votiva legata alla madonna che scioglie i nodi, ha rappresentato la chiave di apertura delle lunghe traiettorie percorse durante il progetto.








Se i nodi metaforicamente rappresentano i legami, le relazioni che si sciolgono, che si consolidano oppure le difficoltà di incontro, in questo progetto i nodi hanno rappresentato il filo conduttore tra un’infinità di rapporti più o meno composti. Riuscire a fare un nodo con la seconda mano, è stata la sfida offerta dagli artisti ad ogni laboratorio. Incontrare l’altro attraverso la propria seconda mano è il cuore di quest’opera diffusa, perché è nel disagio, nella difficoltà che ci si pone nella dimensione del “tra” di intermezzo.










Seconda mano è anche un altro nucleo della rete diffusiva e reticolare del progetto, il mercato del vintage di Pugliano conosciuto anche come “Mercato di Resìna” (dal vecchio nome della città): il più famoso mercato di abiti usati dell’intero centro sud Italia. 
Il mercato tutt’oggi molto attivo risale alla metà degli anni ’40 del secolo scorso, subito dopo lo sbarco degli alleati in Italia, e si occupava principalmente della rivendita di divise militari lasciate dagli americani stessi.







Bianco-Valente hanno congiunto l’anima artigianale di Ercolano con quella classica e storica dei mosaici del Parco Archeologico. Le seconde mani e quindi il mercato dell’usato appaiono nei riquadri della piazza prospiciente il parco Archeologico, così come gli antichi mosaici ritornano accanto al Museo Archeologico Virtuale (seconda traversa mercato) cuore della città.



















Si tratta di un imponente mosaico realizzato con le antiche tecniche rintracciate negli scavi di Ercolano, situato nella Seconda Traversa Mercato.
Ciò che rende questa opera unica non è solo il suo materiale, ceramiche d’uso quotidiano fornite dagli abitanti di Ercolano, ma l’essere riusciti a vedere le cose da punti di vista diversi, l’essere riusciti a sovrapporre piani apparentemente distanti in un tutto unico che non fa differenze tra il noi – comunità - e il resto – archeologia. Anche qui il nodo appare al centro del mosaico creato metaforicamente dal tessuto umano che lo ha sollecitato.





































































CAP - Cities Art Projects · Connecting Code - Bianco-Valente | Ercolano
































































































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